A Vienna tutto è andato bene. Un emblematico caso di chirurgia paradigmatica si è svolto alla perfezione. E diciamo paradigmatico perché quanto fatto oggi nella capitale austriaca ha valore esemplare. Ma andiamo per ordine. Siamo alla terza giornata del 27° congresso dell’European Society of gynecological endoscopy (Esge), la più importante società scientifica europea nell’ambito del trattamento minimamente invasivo delle patologie ginecologiche. Di scena il Prof. Giovanni Scambia, Direttore Scientifico del Policlinico Gemelli di Roma e Direttore del Dipartimento di Scienze della salute della donna e del bambino. In poche parole uno dei più grandi ed apprezzati esperti al mondo di ginecologia oncologica.   Sotto un cielo assolato, centinaia di medici fanno la fila per entrare alla Messe Wien Exhibition & Congress Center (foto in alto). C’è attesa e curiosità: oggi si gioca grosso.  Sono previste sessioni di live surgery”. Il che significa che Scambia da Vienna coordinerà l’intervento che avrà luogo a Roma, in tre diverse sale operatorie, su tre pazienti affette da patologie benigne e maligne. C’è il meglio della ginecologia oncologica continentale ad assistere alla presentazione di Scambia, tanti professori ma anche molti giovani medici. Il professore avvia la “performance” della sua equipe.  I partecipanti guardano ammirati. Alla fine tutto va come deve andare. Gli interventi sono riusciti. Il prof. a Vienna i malati a Roma. Paradigmatico dicevamo. Si, questa pratica medica è il futuro, la pietra miliare di come si lavorerà nelle prossime decadi. E il Gemelli è all’avanguardia. «L’obiettivo principale – ha detto il professor Scambia – è quello di dimostrare la riproducibilità dell’applicazione delle moderne tecnologie in ambito ginecologico per stimolare la comunità scientifica e aumentare la quota di pazienti trattate con approcci minimamente invasivi».

La platea congressuale ha avuto un grande privilegio. Ha seguito in collegamento satellitare quanto accaduto nelle nuove sale operatorie del Polo Donna della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Nelle tre sale (vedi foto) sono stati svolti interventi laparoscopici di patologie ginecologiche benigne e maligne; in particolare neoplasie maligne dell’utero e endometriosi profonda. Gli interventi sono stati effettuati con le più moderne tecnologie che riguardano i sistemi di visione e di elettrochirurgia a disposizione delle nuove sale operatorie integrate, che sono state inaugurante lo scorso 11 settembre. In particolare, i sistemi di visione 3D/ICG e 4K sono visibili su schermi 55° 4K/3D, che possono essere gestiti per l’appunto in remoto da touch screen con scenari preimpostati e flusso video in full 4K Over IP. E’ proprio questa tecnologia video che consente di migliorare l’accuratezza degli interventi riducendone i tempi chirurgici e le complicanze e che può essere usata contemporaneamente anche nello stessa procedura chirurgica.

«Questa tecnologia video – ha spiegato Scambia (foto a sinistra) – consente di migliorare l’accuratezza degli interventi riducendone i tempi chirurgici e le complicanze e può essere usata contemporaneamente anche nella stessa procedura chirurgica». Con il suo triplice intervento, Scambia ha potuto inoltre dimostrare che le sale operatorie del Gemelli essendo dotate di sistemi avanzati di videoconferenza, che consentono di mettere in contatto la sala ed il chirurgo con altri centri gestendo flussi video anche in modalità fullHD/tridimensionale, possono contestualmente registrare e documentare immagini e filmati del caso clinico. Inoltre è stato sottolineato come ogni altro evento potrà essere trasmesso anche in diretta streaming all’interno dell’Ospedale in modalità Web Live Surgery per trasmissioni solo ON-LINE in modo da creare librerie multimediali ON-Demand di procedure chirurgiche e materiale didattico per specializzandi. Grazie a queste nuove tecnologie, gli interventi programmati in ambito ginecologico oncologico si avvarranno anche della nuova tecnologia ad infrarossi in luce bianca parziale che consente di identificare il tracciante linfatico verde di indocianiana con l’obiettivo di individuare e rimuovere selettivamente il linfonodo sentinella. Tale approccio consente di ridurre significativamente la morbilità chirurgica e di migliorare la capacità di stratificare le pazienti per gruppi di rischio. Insomma a Vienna è stata fatto un altro passo verso il futuro della ginecologia oncologica. (RED – Giut).