La protesta del gruppo di attivisti contro la vendita di armi allo Stato di Israele

Continuano le proteste di un gruppo di attivisti pro Pal contro la vendita di armi allo Stato di Israele. In particolare, alle 11 di questa mattina due attivisti aderenti alla campagna “Palestina Libera” hanno spruzzato con un estintore della vernice rossa sulla sede romana della Leonardo Spa, esponendo poi uno striscione con scritto “Palestina Libera”, prima di essere fermati dalla polizia.

La sede di Leonardo a Roma imbrattata con vernice rossa

In una nota gli stessi attivisti pro Pal hanno spiegato che “la protesta mira ad esporre Leonardo Spa, società partecipata al 30% dallo Stato Italiano, che non ha mai smesso di rifornire Israele con armamenti italiani. Leonardo Spa continua a stabilire nuovi accordi di vendita con Israele anche dopo l’ottobre 2023 attraverso la sua controllata statunitense, la Leonardo DRS”. Citando alcuni dati Istat, gli attivisti hanno evidenziato che “solo nel primo semestre del 2024 sono stati inviati ad Israele oltre 9,2 milioni di euro in aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, che hanno concorso ad ottenere già nel primo trimestre 2024 profitti extra, grazie anche alla morte provocata a Gaza”.

A Torino bruciate le sagome e le foto di premier e ministri

Ieri gli scontri con le forze di polizia a Porta Nuova. Oggi, sempre a Torino, al termine del corteo di studenti, centri sociali e attivisti Pro Palestina, alcuni manifestanti hanno bruciato una sagoma di stracci raffigurante il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di Leonardo, Roberto Cingolani. Le azioni sono avvenute mentre altri manifestanti gridavano i cori “Al rogo al rogo” e “dimissioni dimissioni”.

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