Alla vigilia del G20 a Bali si sono incontrati per la prima volta il presidente Usa, Joe Biden, e il presidente cinese, Xi Jinping. Molti i temi sul tavolo, tutti uniti da un unico filo conduttore: la necessità che i due paesi collaborino per evitare pericolose escalation
di Corinna Pindaro
Per la prima volta da quando Joe Biden è stato eletto presidente Usa, a Bali alla vigilia del G20, si è consumato un incontro bilaterale con il presidente della Cina Xi Jinping. “E’ semplicemente fantastico vederti”, ha detto Biden a Xi prima del colloquio mentre i due presidenti posavano sorridenti per i fotografi. Molti gli argomenti di discussione – Taiwan, la guerra i Ucraina, le relazioni economiche tra i due Paesi- legati da un unico filo conduttore: la necessità che Usa e Cina riescano a collaborare per evitare pericolose escalation. A dimostrazione dell’importanza dell’evento, al tavolo accanto al presidente degli Stati Uniti erano seduti anche il segretario del Tesoro Janet Yellen e il segretario di Stato Antony Blinken.
A proposito della necessità di collaborazione Xi Jinping ha evidenziato: “Il mondo è arrivato a un bivio: dove andremo ora? Questa è una domanda che non è solo nella nostra mente, ma anche nella mente di tutti i paesi. E il mondo si aspetta che la Cina e gli Stati Uniti gestiscano correttamente le loro relazioni”.
Il presidente Usa ha incalzato: “Abbiamo l’opportunità di dimostrare che la Cina e gli Stati Uniti possono gestire le divergenze, impedire che la competizione tra i due Paesi diventi qualcosa di simile a un conflitto e trovare modi per lavorare insieme su questioni globali urgenti che richiedono la nostra cooperazione reciproca. E credo che questo sia fondamentale per il bene nostro e della comunità internazionale”.
“Stati Uniti e Cina devono collaborare”, ha ribadito Biden, parlando con la stampa al termine dell’incontro, che più volte ha definito “schietto”, e ha annunciato che il segretario di Stato Usa Antony Blinken si recherà presto in visita a Pechino. Dopo l’incontro Biden si è detto assolutamente certo che non vi sarà “una nuova guerra fredda con la Cina” .
Per quanto riguarda il nodo relativo a Taiwan Biden ha spiegato: “Non c’è stato nessun tentativo imminente di invadere Taiwan e io ho ribadito che la nostra posizione non è cambiata. Ci siamo capiti e abbiamo convenuto sul fatto che dobbiamo ancora determinare dei dettagli su molte questioni cui lavoreranno i membri del nostro gabinetto”.
Tuttavia, il presidente statunitense, secondo quanto emerge da un comunicato della Casa bianca, “ha sollevato le obiezioni degli Stati Uniti alle azioni coercitive e sempre più aggressive della Cina nei confronti di Taiwan, che minano la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e nella regione più ampia e mettono a repentaglio la prosperità globale. Il presidente Biden ha anche sollevato preoccupazioni in merito alle pratiche economiche non di mercato della Cina, che danneggiano i lavoratori e le famiglie americane, i lavoratori e le famiglie in tutto il mondo. Ha sottolineato ancora una volta che per noi è una priorità risolvere i casi di cittadini americani detenuti ingiustamente o soggetti a divieti di uscita in Cina”.
Di Taiwan ha, ovviamente, parlato anche Xi ribadendo la posizione cinese che la considera “al centro degli interessi fondamentali” e “la prima linea rossa da non oltrepassare”. “Chiunque cerchi di dividere Taiwan dalla Cina violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese; il popolo cinese non lascerà assolutamente che ciò accada”, si legge in una nota diffusa dalla presidenza cinese.
In relazione, invece, alla questione della Corea del Nord, anche alla luce degli ultimi preoccupanti episodi, Biden ha detto esplicitamente a Xi di non essere sicuro che la Cina abbia un’influenza determinante sul processo decisionale di Pyongyang quando si tratta di test nucleari o missilistici. “Ho detto chiaramente al presidente Xi che penso abbia un obbligo a provare di chiarire con la Corea del Nord che non deve effettuare test nucleari a lungo raggio”, ha detto Biden in conferenza stampa, aggiungendo che “è difficile determinare se la Cina abbia o meno la capacità” di convincere il leader nordcoreano Kim Jong-un a desistere dai test. Ad ogni modo, Biden ha sottolineato che nell’ipotesi in cui Pyongyang dovesse effettuare test nucleari gli Stati Uniti “intraprenderebbero certe azioni che sarebbero da considerarsi difensive e non dirette contro la Cina”.
Tra gli argomenti trattati non poteva certo mancare la questione della guerra in Ucraina. I due presidenti sono stati concordi nel ritenere che “una guerra nucleare non dovrebbe mai essere combattuta e non potrà mai essere vinta e hanno sottolineato la loro opposizione all’uso o alla minaccia dell’uso di armi nucleari in Ucraina”. Xi Jinping ha, poi, ribadito il suo impegno a incoraggiare i colloqui di pace tra Mosca e Kiev per porre termine alla guerra e sollecitato Stati Uniti, Nato e Unione Europea a parlare con la Russia. “La Cina è fin dall’inizio dalla parte della pace”, ha scandito Xi, citato in una nota della diplomazia cinese. “Sosteniamo e guardiamo a una ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Allo stesso tempo speriamo che gli Stati Uniti, la Nato e l’Ue conducano dialoghi complessivi con la Russia”, ha aggiunto il presidente cinese.
Un doveroso passaggio nel colloquio tra i due leader è stato riservato alle relazioni economiche tra le due Potenze. Biden, in proposito, ha sottolineato l’importanza di competere sul mercato “responsabilmente e mantenendo aperte le linee di comunicazione”. “Gli Usa continueranno a competere vigorosamente con la Cina, a partire dagli investimenti sulle fonti di forza in patria e allineando gli sforzi con gli alleati e con i partner nel mondo” ha affermato Joe Biden sottolineando che “questa competizione non dovrebbe tracimare in conflitto.
I successi di Cina e Stati Uniti”sono opportunità, non sfide, l’uno per l’altro. Il mondo è abbastanza grande perché i due Paesi possano svilupparsi e prosperare insieme”, ha detto il presidente cinese.
Infine i due Paesi si sono impegnati a riavviare i colloqui per i negoziati internazionali sul clima. Lo ha reso noto il New York Times evidenziando l’importanza del vincolo assunto per evitare il progressivo peggioramento della catastrofe ambientale.
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