di Ennio Bassi
Nuova grana giudiziaria per Donald Trump. L’ex Presidente degli Stati Uniti si trova ancora sotto pressione giudiziaria, con la quarta accusa (nella durata di cinque mesi) emersa dopo un prolungato periodo di aspettativa che si è concluso durante le festività di Ferragosto. La giuria della contea di Fulton, ad Atlanta, Georgia, ha sorprendentemente ratificato le accuse presentate dalla procuratrice distrettuale Fani Willis, esponente del partito democratico, dopo aver ascoltato testimonianze cruciali.
L’ex presidente è stato formalmente incolpato di aver tentato in varie modalità di sabotare l’esito delle elezioni presidenziali in Georgia del 2020, in un presunto complotto che coinvolge altre 18 persone. Tra i coinvolti figurano l’ex avvocato personale Rudy Giuliani, l’ex chief of staff Marc Meadows, oltre agli avvocati Kenneth Chesebro e John Eastman, ritenuti gli artefici di un piano per impiegare falsi sostenitori di Trump in Georgia e in altri stati vinti da Joe Biden.
Le accuse, composte da 41 capi di imputazione (13 dei quali riguardano Trump), ruotano attorno alla legge anti-racket, comunemente utilizzata per perseguire organizzazioni criminali, anche di natura mafiosa, al fine di incriminare sia gli esecutori materiali che i mandanti. Le accuse comprendono cospirazione per l’usurpazione di un ufficio pubblico (nella vicenda dei falsi sostenitori), diffusione di informazioni false (in relazione alle infondate affermazioni sulle elezioni manipolate) e istigazione a un funzionario pubblico a violare il proprio giuramento di fedeltà. In particolare, viene menzionata la controversa telefonata in cui Trump esortò l’ex segretario di Stato repubblicano Brad Raffensperger a trovare 11.780 voti per ribaltare l’esito a favore suo rispetto a Joe Biden.
“Una telefonata perfetta”, si era precedentemente difeso il magnate, mentre il suo staff ha nuovamente attaccato la procuratrice, accusandola di parzialità e di aver deliberatamente rallentato l’indagine al fine di interferire con la sua campagna elettorale. Willis ha risposto in una conferenza stampa notturna, dichiarando: “Si è trattato di una cospirazione criminale volta a sovvertire l’esito delle elezioni del 2020 in Georgia. Le mie azioni si basano su fatti e leggi”, aggiungendo che mira a portare il caso in tribunale entro sei mesi.
La squadra di difesa di Trump sta preparandosi per la battaglia legale e sta considerando la possibilità di contestare la giurisdizione della procuratrice distrettuale e di trasferire il caso alle autorità giudiziarie federali, dove potrebbero essere applicati poteri di clemenza.
Trump stesso ha reagito definendo l’accusa nei suoi confronti come una “truffa” dopo le incriminazioni nello stato della Georgia. Ha condiviso il suo dissenso sulla piattaforma social Truth, scrivendo: “Sembra una truffa! Perché non mi hanno incriminato 2,5 anni fa? Hanno scelto questo momento proprio nel pieno della mia campagna politica. È una caccia alle streghe!”
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati