Il risultato alimenta le tensioni tra Cina e Stati Uniti, anche se Biden ha espressamente affermato che gli Usa non sostengono l’indipendenza. Anche l’Unione europea ribadisce la sua opposizione a qualsiasi tentativo di modifica unilaterale dello status dell’isola
di Carlo Longo
L’ingresso di William Lai nella Casa Presidenziale di Taipei segna un significativo trionfo per le forze democratiche. Conosciuto per le sue posizioni scettiche nei confronti della Cina e un lungo passato a favore dell’indipendenza, Lai ha conseguito una vittoria che potrebbe accendere scintille nelle relazioni interstatali tra Cina e Stati Uniti.
Al termine dello spoglio di quasi tutti i voti, Lai è in netto vantaggio con il 40,2% degli elettori, mentre il suo principale nemico politico, Hou Yu-ih del Kmt, si ferma al 33,4%. Lai ha sottolineato che, nonostante gli sforzi di Pechino per influenzare l’esito del voto, “abbiamo resistito alle pressioni esterne”.
In conferenza stampa, William Lai ha promesso di proteggere Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni cinesi. In risposta, Pechino ha rilasciato dichiarazioni minacciose, insistendo sul fatto che i risultati elettorali “non impediscono la tendenza inevitabile alla riunificazione della Cina”.
Secondo il Sito di notizie taiwanese Set News, circa il 70,6% dei cittadini aventi diritto al voto a Taipei si è presentato alle urne. I risultati ufficiali delle elezioni verranno annunciati oggi dalla Commissione elettorale centrale.
L’Unione europea ha salutato lo svolgimento regolare del voto, ma ha espresso preoccupazione per la rafforzata tensione scatenata dalla Cina, ribadendo la sua contrarietà a ogni iniziativa unilaterale volta a modificare lo status quo, vale a dire l’annessione da parte della Cina. Anche il presidente Usa, Joe Biden ha fatto un passo indietro affermando subito dopo il risultato elettorale che “Gli Usa non sostengono l’indipendenza di Taiwan”.
Analisti e osservatori internazionali si interrogano sui prossimi passi di Pechino, che considera Taiwan un suo territorio da riunificare. Misurazioni militari, pressioni economiche, ci si attende una risposta, forse anche irata. Tuttavia, i funzionari della sicurezza di Taiwan non prevedono esercitazioni militari di larga scala intorno all’isola nel breve termine, presumibilmente a causa delle attuali condizioni meteorologiche.
Gli esperti pronosticano però che Pechino intensificherà la pressione economica e adotterà altre misure coercitive, come esercitazioni militari, prima che Lai prenda ufficialmente il potere il 20 maggio.
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